GAST1's photos with the keyword: Mountain
Castelmezzano
30 Jul 2019 |
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Castelmezzano è un comune della provincia di Potenza in Basilicata. Il suo territorio, assieme a quello dei comuni vicini Pietrapertosa, Accettura, Calciano e Oliveto Lucano, forma il Parco delle Dolomiti Lucane. Fa parte del circuito de "I borghi più belli d'Italia".
Visibile in altra veste di luce anche qui: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3246182
Veduta d'Angelo
21 Jul 2019 |
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Veduta dalla Cima dell'Angelo Grande.
L'Angelo Grande (Hohe Angelusspitze in tedesco) è una montagna delle Alpi Retiche meridionali alta 3521 m s.l.m.
Il corpo montuoso dell'Angelo Grande si erge ad est di Solda, nel Parco nazionale dello Stelvio. Il corpo montuoso presenta una pineta alla base e pascoli nella parte alta. Nella vallata che si apre a nord è situato il Rifugio Serristori, punto di appoggio per la risalita. Verso la cima sono visibili numerose formazioni di ardesia e di quarzi.
Dalla cima si gode di un bel panorama sul gruppo Ortles-Cevedale e sui numerosi ghiacciai circostanti.
Da sinistra si vedono alcune delle 13 Cime poi centralmente in primo piano la cima della Vertana (3545 mt) con subito dietro il Monte Zebrù (3735 mt) a sinistra della Vertana il mitico Gran Zebrù (3861 mt) e a destra l'imponente cima dell'Ortles (3905 mt).
Visibile in forma più ravvicinata anche qui: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3257100
Santa Maddalena in Val di Funes
06 Jul 2019 |
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Nel fondovalle di Funes è situato il paese di Santa Maddalena. La sua posizione privilegiata, completata dallo scenario delle vette delle Odle, costituisce un amatissimo
motivo fotografico, tra cui la chiesa ai piedi del Ruefen. Questa sorge proprio nel luogo in cui, secondo la leggenda, il Rio Fopal trascinò a valle, tra le acque, il riflesso miracoloso di Santa Maddalena.
Visibile in panoramica ampliata anche qui: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2149326
Un classico: Il Lago Blu e il Cervino
26 Jun 2019 |
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Il lago blu è situato a circa mezz’ora di cammino o alcuni minuti di macchina dal centro di Breuil Cervinia, sulla strada regionale che sale da Valtournenche.
Contornato da larici secolari, il piccolo specchio d’acqua, essendo alimentato da acqua sorgiva, è sempre limpidissimo e consente al Cervino di specchiarvisi dentro.
Dalla cima del Blinnehorn
08 Jun 2019 |
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Visibile in altra veste qui: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2000541
Il Blinnenhorn (detto anche Blindenhorn o, in italiano, Corno Cieco) è una montagna delle Alpi Lepontine (sottosezione Alpi del Monte Leone e del San Gottardo), alta 3.374 m s.l.m.
Si trova lungo la linea di confine tra l'Italia (Regione Piemonte) e Svizzera (Canton Vallese) tra il passo del Sempione ed il passo della Novena. Dal versante italiano la vetta si trova in comune di Formazza.
Nella foto, la catena in primo piano comprende le cime Strahlgrat, Turbhorn, Ober Rappehorn e Mittaghorn.
Le montagne sullo sfondo sono tutte cime oltre i 4000 metri, in particolare partendo da sinistra il Monte Rosa (con Punta Dufour, Lyskamm e Margherita), poi il Weissmies, l'Alphubel, il Taschhorn, il Dom de Mischabel, il Weisshorn e, seminascosti dalle nuvole, il Gran Combin e il Monte Bianco.
Castelluccio di Norcia spunta dalla nebbia
31 May 2019 |
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Qui è visibile il Pian Perduto: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1735585
Castelluccio è una frazione del comune di Norcia (PG) in Umbria ed uno dei centri abitati più elevati dell'Appennino.
Castelluccio di Norcia è famosa per la Fioritura (o Fiorita) del Pian Grande di Castelluccio, una meraviglia della natura, un trionfo di colori che si rinnova ogni anno tra giugno e luglio incantando tutti.
Purtroppo il 30 ottobre 2016 il paese di Castelluccio è stato quasi completamente raso al suolo da un importante evento sismico: il campanile e la Chiesa di Santa Maria Assunta sono andati completamente perduti, mentre alcune opere di notevole pregio storico-artistico custodite nella chiesa sono state messe in sicurezza prima dei crolli.
The awakening of the marmot
18 May 2019 |
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La marmotta delle Alpi (Marmota marmota) è un roditore della famiglia degli Sciuridi, vive a delle altitudini superiori ai 1.500 metri, al limite superiore della foresta, dove gli alberi si diradano e diminuiscono di grandezza. Normalmente le altitudini in cui vive la marmotta vanno dai 2000 metri ai 3000 metri d'altitudine.
Le famiglie si nutrono d'erba, di granaglie e di foglie. A fine settembre, si ritrovano nelle loro tane e, dopo averne ostruito l'ingresso, affrontano poi il lungo periodo invernale. Il loro ritmo cardiaco rallenta notevolmente ed il loro sonno sarà interrotto una dozzina di volte da brevi fasi di risveglio.
Ad inizio primavera le marmotte escono dalle tane dopo il lungo sonno invernale, sono affamate ed essendoci ancora innevamento per procurarsi il cibo devono allontanarsi dalle tane diventando facile preda per volpi e aquile.
Questa marmotta l'ho fotografata vicino a Malga Campobrun nel Gruppo della Carega ad Aprile dello scorso anno, timorosamente era appena uscita dalla tana ancora parzialmente coperta di neve. Avendo appena liberato il foro della tana dalla terra che lo ricopriva, si vede che ha ancora della terra sulla testa.
Quest'anno quasi a fine Maggio nella zona di Malga Campobrun c'è ancora moltissima neve e le marmotte faticano ad uscire dalle tane.
Panoramica dal Palon de la Mare
14 May 2019 |
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Panoramica verso nord dalla Cima del Palon de la Mare (3703 metri di quota).
Si vedono da sinistra a destra Punta Thurwieser, il mitico Gran Zebrù con visibile l'Ortles appena dietro la cima del Gran Zebrù, il Monte Pasquale e poi le due cime del Cevedale (Monte Cevedale e Cima Cevedale/Zufallspitze). Ad eccezione del Monte Pasquale, sono tutte cime comprese tra 3650 metri fino ad oltre 3900 metri.
Veduta verso il Sassopiatto e il Sassolungo da Cim…
04 May 2019 |
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Cima Juribrutto si trova a nord della Val di Venegiota, dopo Passo Rolle.
Le cime dolomitiche sono da sinistra: il Sassopiatto con lo scivolo innevato inclinato alla sua sinistra, il Dente con la caratteristica forma a dente inclinato, Torre Innerkofler, Punta Grohmann e infine la lunga cresta del Sassolungo.
Da cima Juribrutto, bellissima cima da salire d'inverno con le ciaspole o con gli sci oppure bellissima escursione da fare d'estate, si ha una impressionante veduta panoramica che spazia dal Latemar, poi il Catinaccio, il Sassopiatto, il Sassolungo, la Marmolada, il Sorapis, il Pelmo, la Civetta fino alle Pale di San Martino.
Camoscio alpino (Rupicapra rupicapra)
26 Apr 2019 |
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Il camoscio è un animale che già dall'aspetto, robusto e compatto, rivela la sua natura perfettamente adattata ai terreni più scoscesi e impervi. Il portamento fiero, la schiena dritta, le zampe lunghe e forti gli conferiscono un'innata eleganza. Scattante, nel suo splendido manto nerastro invernale, il camoscio sembra un vero e proprio "diavolo" della montagna.
I maschi adulti pesano fra i 30 ed i 45 chili, al garrese misurano 75-85 cm e il loro corpo è lungo fra i 120 ed i 140 centimetri. Le femmine sono più leggere e snelle, pesano 25-35 kg, con un'altezza al garrese di 65-75 cm ed una lunghezza complessiva di 110-130 centimetri. In ambedue i sessi la coda è corta (10-14 cm) ma evidente.
Nei mesi estivi i camosci sfoggiano una livrea chiara di varie tonalità del marrone-nocciola, dal beige molto chiaro al rossiccio, con una linea scura che scende lungo tutta la schiena. Scure sono anche le zampe, in contrasto con il ventre bianco-giallastro.
Il mantello invernale, fatto di peli lunghi, folti e perfettamente isolanti, è di tonalità più intense: dal grigio antracite, al bruno scuro, quasi nero. Questi colori favoriscono l'assorbimento delle calde radiazioni solari, preziose nei rigori alpini. Nei maschi adulti, lungo la colonna vertebrale spicca una lunga criniera di peli (Bart) lunghi anche 30 cm. La gola ed il muso (attraversato da una riga scura laterale) sono biancastri e rendono inconfondibile questo affascinante ungulato.
Il camoscio è un animale decisamente sociale: capita di osservarne branchi anche molto numerosi, di oltre cento soggetti, ma la loro composizione è variabile e dipende da parecchi parametri, come la morfologia della zona, la stagione, la disponibilità alimentare.
I branchi più frequenti sono formati da femmine, con i piccoli ed i giovani di entrambi i sessi; sono sempre guidati da una femmina esperta e sono "aperti": gli animali possono farvi ingresso o uscirne con facilità. Se la densità dei camosci è elevata si possono formare anche gruppi di maschi giovani, subadulti o persino giovani adulti (fino a 6-7 anni d’età).
Come avviene in molte altre specie, anche i maschi maturi di camoscio tendono a condurre vita solitaria e si avvicinano ai branchi femminili solo nel periodo degli amori, fra la fine di ottobre e metà dicembre.
In questo periodo i maschi più vigorosi difendono dai potenziali rivali una propria zona del territorio, nella quale cercano di far rimanere delle femmine, che poi tenteranno di "sedurre" attraverso rituali di corteggiamento molto complessi. Le sfide tra maschi sono elettrizzanti e scatenano spesso lunghi e vertiginosi inseguimenti, su e giù per i più ripidi pendii. Le lunghe e veloci corse in salita sono possibili grazie al portentoso adattamento evolutivo di questo animale, il suo cuore, se proporzionato al peso corporeo, risulta di dimensioni doppie rispetto a quello dell'uomo! Le incredibili evoluzioni su terreni difficili sono possibili anche grazie alla particolare conformazione degli zoccoli. Questi sono di forma quasi triangolare, con i bordi taglienti per non scivolare sul ghiaccio (come i ramponi), un cuscinetto morbido per aderire sulla roccia (come le scarpette da arrampicata) e una striscia di pelle fra le unghie che si apre e consente di non affondare nella spessa coltre bianca (come una racchetta da neve).
Nel corso dell'inverno si possono formare anche grandi assembramenti, con animali di diverso sesso ed età, concentrati dove è più facile reperire cibo.
Infatti ad inizio dello scorso inverno ho avuto la fortuna di avvicinarmi a un grosso branco di camosci composto quasi esclusivamente da femmine e piccoli d’anno, probabilmente oltre una cinquantina di esemplari. In questa foto ci sono due femmine con due piccoli.
Il Catinaccio dalla Forcella Piccola del Latemar
22 Apr 2019 |
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Foto fatta dalla Forcella Piccola del Latemar durante la discesa dallo Schenon del Latemar.
Si possono notare le imponenti cime del versante ovest del Gruppo del Catinaccio, Cima Catinaccio (2981 mt), Cima Sforcella (2810 mt) e la bellissima parete della Roda de Vael (2806 mt).
Tofana di Mezzo e Tofana di Dentro
02 Apr 2019 |
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Tofana di Mezzo e Tofana di Dentro viste dalla cima della Tofana di Rozes.
Le Tofane, uno fra i più importanti gruppi montuosi dell'area delle Dolomiti Orientali, sono poste a ovest di Cortina d'Ampezzo e a nord ovest di San Vito di Cadore e si estendono sul lato occidentale della conca ampezzana tra il Passo Falzarego e la Val di Fanes. Massiccio dal carattere storico, le Tofane richiamano ogni anno in gran numero gli amanti della montagna, sia in estate sia in inverno si possono ammirare i panorami più suggestivi percorrendo i numerosi sentieri o scendendo lungo le piste da sci.
Le Tofane sono caratterizzate da tre vette dominanti, tutte con un altitudine superiore ai 3.000 metri, la Tofana di Rozes, o de Fora (3.225 metri), la Tofana di Mezzo (3.244 metri) e la Tofana de Inze, o di Dentro (3.238 metri).
In passato la Tofana di Mezzo e quella de Inze contenevano dei piccoli ghiacciai appartenenti al bacino del Piave e che durante questi ultimi anni sono quasi interamente scomparsi.
Nel corso della Prima Guerra Mondiale (1915-18) le Tofane furono luogo di violenti scontri armati fra soldati italiani e austro-ungarici, ed è questo il motivo della loro importanza storica ai giorni nostri.
Questo rilevante gruppo montuoso risulta essere una delle più grandi attrazioni turistiche delle Dolomiti, è per questa ragione che nel corso degli anni sono stati costruiti molti rifugi alpini, numerosi percorsi escursionistici e vie ferrate, come la Ferrata Lipella, con differente livello di difficoltà e di impegno, i cui tracciati prevedono un equipaggiamento conformato e l'assunzione di adeguate misure di sicurezza, sono inoltre frequenti i passaggi aerei. La zona di Cortina e della Valboite offre inoltre anche numerose possibilità per gli amanti dell'arrampicata.
Pizzo Zupò, Muot dal Palü e Piz Bernina
24 Mar 2019 |
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Visibile da leggera diversa angolazione anche qui: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2021686
Veduta dal Piz Palü Orientale, foto fatta prima della traversata fino allo Piz Spinas passando per la cima principale Muot dal Palü.
Il Piz Palü è una montagna nelle Alpi Retiche occidentali nel Canton Grigioni in Svizzera.
Il nome Palü deriva dal latino palus (palude). La cima fu probabilmente chiamata con tale nome derivandolo dal nome di un'alpe, Alpe Palü, che si trova 4 km a est della cima, in territorio di Poschiavo, e che è situata ai bordi di una zona paludosa.
Il massiccio è formato da tre cime:
la cima principale o centrale (Muot dal Palü) che nella cartografia svizzera dal 2001 viene indicato essere alto 3901 m s.l.m., mentre prima risultava essere 3.905 m;
la cima orientale (Piz Palü Orientale), 3.882 m;
la cima occidentale (Piz Spinas), 3.823 m.
È caratterizzato da tre costoni prominenti e quattro ghiacciai sospesi. È considerata una delle cime più belle delle Alpi Centrali.
La cima si trova a 13 km a sud-est di Pontresina. Il confine di Stato corre dal Pizzo Bellavista, provenendo da occidente, al Piz Spinas fino alla cima centrale. Da qui il confine corre a sud, verso l'Altipiano di Fellaria.
Ai piedi del Piz Palü si trova il lago Palü.
Lago di Limides con Lagazuoi Piccolo, Col dei Bos…
03 Apr 2017 |
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Baita Segantini con il Monte Mulaz e la Cima del F…
15 Feb 2017 |
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Visibile allargata anche qui: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2177098
Di buon mattino...
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